Vino Pallagrello, tra i migliori e rari vini autoctoni. - Vino Pallagrello

PALLAGRELLO
Della Valle - Iappelli
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Pallagrello

LA STORIA DEL PALLAGRELLO
since 1775
U Pallarell
Il vino dei Re Borbone



Nelle vicinanze della Reggia di Caserta, nel Real Sito di San Leucio, Ferdinando IV di Borbone fece piantare una delle più affascinanti collezioni dei migliori vitigni presenti nel Regno delle Due Sicilie.

Questo vigneto fu disegnato dal celeberrimo architetto Luigi Vanvitelli e fu chiamato "
Vigna del Ventaglio" a causa della sua caratteristica forma a semicerchio diviso in dieci raggi.

Ogni raggio  aveva aveva una piccola lapide in travertino indicando la qualità dell'uva.

Nel quarto e quinto raggio erano coltivati
il Piedimonte Rosso e il Piedimonte Bianco, originari della zona di Caserta, all'epoca venivano chiamati "u pallarell" e da quì Pallagrello Rosso e Pallagrello Bianco.

Questi vini  erano particolarmente apprezzati ed offerti come bevande ufficiali per le cene e i banchetti reali.

I Borbone menavano vanto dell'eccellenza di questo vino da ritenerlo addirittura superiore a quello francese!



Vino Pallagrello
Ferdinanando IV di Borbone teneva così tanto alla Villa del Ventaglio che fece apporre nel 1775 la seguente epigrafe:



“ Ferdinando IV di Borbone, per grazia di Dio re delle Due Sicilie, fa noto a tutte e qualsivoglia persone di qualunque grado e condizione sia, che da oggi, non ardiscano né presumano di passare né ripassare per dentro la masseria di moggia 27 circa vitata.
Sita nella città di Piedimonte nel luogo detto Monticello tanto di notte quanto di giorno con lume o senza, né a piedi né a cavallo né con carretti o some, sotto pena di ducati 50.  ” Tratto da Wikipedia "Il Pallagrello"
Nel dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, datato 1797, è riportato: “I vini di questa contrada sono eccellenti, e sono de’ migliori del Regno così per la loro qualità e natura, come per la grata sensazione che risvegliano al palato. Vanno sotto il nome di "Pallarelli" e sono stimatissimi nei pranzi”.

Questo vino era tanto apprezzato dal Re al punto da essere offerto come dono speciale negli incontri di alto livello a corte.

Purtroppo, nel corso del XX secolo, il Piedimonte Bianco e Rosso, noti anche come "Pallagrello Bianco" e "Pallagrello Rosso", subirono la sorte di molti altri vitigni autoctoni, devastati da malattie come oidio e fillossera e quasi del tutto dimenticati a causa della decadenza economica della regione.

Tuttavia, grazie agli sforzi appassionati di alcuni amanti delle tradizioni enogastronomiche campane, come gli avvocati Mancini e Barletta e del Prof. Luigi Moio, questi vitigni furono riscoperti negli anni '90 insieme ad un altro vitigno dimenticato, il Casavecchia. Grazie all'opera dedicata e generosa di vignaioli appassionati, i vitigni Pallagrello Bianco e Pallagrello Rosso sono stati recuperati con successo.
La nuova linfa vitale ed il  rinnovato interesse ha dato ottimi risultati nelle vigne sparse sulle Colline Caiatine, specialmente nell'area di Caiazzo, Castel Campagnano, Castel di Sasso, Casertavecchia, Pontelatone, Piedimonte Matese, S. Angelo d’Alife, Alvignano, Alvignanello e Ruviano, loro antico luogo d'origine  situato tra i massicci del Taburno e del Matese. Il giusto riconoscimento non fu privo di sfide, dal momento che nel frattempo i vitigni ormai dimenticati , non erano stati inclusi nel Registro Nazionale delle varietà di uve da vino.
Si dovette affrontare il ginepraio burocratico  per l'inserimento nel suddetto Registro e finalmente si ebbe il giusto riconoscimento delle due varietà come monovitigno nel disciplinare IGT Terre del Volturno.
Questa meritoria opera di riscoperta e recupero, ha valorizzato un'area poco conosciuta ma storicamente apprezzata e pregna di eccellenze enogastronomiche

Ora non rimane che degustare questi nobili esemplari di recente riscoperta ma di antichi natali, regalando un'emozione all'anima ed un piacere al corpo.
Il Pallagrello più che venduto, va raccontato.
Prima sapere e poi avere...
Our Story
Le radici affondano all'inizio del secolo, quando da bambino ascoltavo tra i vigneti i racconti del nonno...
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Il vino dei RE

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